Novità: Bussola dei mercati,aggiornamento giornaliero sui fatti più importanti per i mercati finanziari globali http://www.lamiaeconomia.com/2011/09/bussola-dei-mercati-finanziari.html Scrivimi per sapere come riceverla a : fabio.troglia@gmail.com Oppure contattami al 0110437179
La felicità interna lorda o FIL (in lingua inglese gross national happiness - GNH) è il tentativo di definire - con un evidente ammiccamento ironico, ma con altrettanto evidenti intenti sociologici - uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo (PIL).
Il Dalai Lama è un convinto
sostenitore della FIL. A questo proposito ha dichiarato: «Come buddhista, sono convinto
che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali. Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza. Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare il raggiungimento della felicità».
Ormai è da tempo, che si evidenzia l'inaffidabilità, del Pil. Il benessere di una nazione, dovrebbe coincidere con quella dei cittadini, in passato si pensava che con tanta ricchezza tutti sarebbero stati felici, il problema è che la ricchezza non è in maniera eguale distribuita. Quindi è facile capire, che una nazione fortemente oligarchica, come sono le sono le nostre attuali, anche in caso di Pil molto elevato è possibile, che la ricchezza sia nelle mani di pochi, e che quindi i cittadini non siano felici. Con l'andare degli anni, siccome il fenomeno di diseguaglianza sociale è fortemente aumentato, a mio avviso il Pil non è +1 strumento idoneo.
Alcuni hanno pensato di introdurre il Fil, indici di felicità, concettualmente correttissimo, certo non facile da rappresentare in termini numerici, visto che la felicità è soggettiva.
Io penso, che se ci fosse veramente la volontà, si potrebbe introdurre, diciamo, un indicatore di felicità minima, perché penso che per essere felici, sia necessario: una casa, un lavoro, avere un reddito per potersi permettere degli svaghi, dei divertimenti e questi livelli minimi dovrebbero essere monitorati ed essere osservati per determinare le nuove politiche economiche future. Purtroppo questo sarebbe il bene dei cittadini, quindi sarà difficilmente attuabile, visto che gli interessi che governano, hanno degli obiettivi diversi.
Ma nel nostro blog, possiamo anche fantasticare, quindi facciamo finta di voler fare un indice di riferimento della felicità, ognuno di voi, può indicare dei punti saldi, avendo i quali si sentirebbe felice e vediamo se nel nostro piccolo riusciamo a fare un elenco dei punti della felicità.
Dott Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
www.lamiaeconomia.com
Fil,i punti della felicità
La felicità interna lorda o FIL (in lingua inglese gross national happiness - GNH) è il tentativo di definire - con un evidente ammiccamento ironico, ma con altrettanto evidenti intenti sociologici - uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo (PIL).
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sostenitore della FIL. A questo proposito ha dichiarato: «Come buddhista, sono convinto
che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali. Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza. Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare il raggiungimento della felicità».
Ormai è da tempo, che si evidenzia l'inaffidabilità, del Pil. Il benessere di una nazione, dovrebbe coincidere con quella dei cittadini, in passato si pensava che con tanta ricchezza tutti sarebbero stati felici, il problema è che la ricchezza non è in maniera eguale distribuita. Quindi è facile capire, che una nazione fortemente oligarchica, come sono le sono le nostre attuali, anche in caso di Pil molto elevato è possibile, che la ricchezza sia nelle mani di pochi, e che quindi i cittadini non siano felici. Con l'andare degli anni, siccome il fenomeno di diseguaglianza sociale è fortemente aumentato, a mio avviso il Pil non è +1 strumento idoneo.
Alcuni hanno pensato di introdurre il Fil, indici di felicità, concettualmente correttissimo, certo non facile da rappresentare in termini numerici, visto che la felicità è soggettiva.
Io penso, che se ci fosse veramente la volontà, si potrebbe introdurre, diciamo, un indicatore di felicità minima, perché penso che per essere felici, sia necessario: una casa, un lavoro, avere un reddito per potersi permettere degli svaghi, dei divertimenti e questi livelli minimi dovrebbero essere monitorati ed essere osservati per determinare le nuove politiche economiche future. Purtroppo questo sarebbe il bene dei cittadini, quindi sarà difficilmente attuabile, visto che gli interessi che governano, hanno degli obiettivi diversi.
Ma nel nostro blog, possiamo anche fantasticare, quindi facciamo finta di voler fare un indice di riferimento della felicità, ognuno di voi, può indicare dei punti saldi, avendo i quali si sentirebbe felice e vediamo se nel nostro piccolo riusciamo a fare un elenco dei punti della felicità.
Dott Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
www.lamiaeconomia.com
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