domenica 26 agosto 2012

[Lamiaeconomia] Un'alternativa all'Italia (seconda parte)


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Un'alternativa all'Italia (seconda parte)


Ecco la seconda tranche di consigli per tutti gli italiani che vorrebbero lasciare il Belpaese ma non sanno come fare...


In questa seconda parte ci concentreremo quindi sui consigli e sulle soluzioni per chi vuole veramente farcela, ispirandoci anche a quesiti che ci sono arrivati nel frattempo. Il primo consiglio è di affrontare l'intero progetto come un gioco. Non importa quanto possa sembrare difficile, e oggettivamente le complessità non mancano, ma nel momento in cui diventate "troppo seri" la magia svanisce e incontrerete molti più ostacoli di quel che pensate. Il "gioco" diventa ancora più importante se ci sono più persone coinvolte nel progetto. Un caso tipico sono i figli. Un errore tipico che ho visto consiste nell'informarli della vostra decisione a fatto compiuto, presentandogliela come una decisione già presa che loro devono accettare o rifiutare. Un ragazzo oppure un bambino avrà legami con gli amici, con parenti a cui è particolarmente affezionato, avrà anche abitudini a cui non vorrebbe rinunciare e infine avrà timore dell'ignoto. In pratica avrà le stesse remore che avete affrontato voi, come adulti, prima di arrivare a una decisione stabile. Voi magari ci avete messo giorni o settimane prima di maturare tale decisione e gli chiedete di fare lo stesso percorso in pochi minuti oppure in un giorno o due, naturalmente non funziona. Se lo mettete di fronte a una scelta del tipo "sì" o "no" finirà molto probabilmente per dirvi di no. Un altro errore è di parlare con i figli quando non si è ancora convinti della scelta cercando che siano loro a rassicurarci oppure farsi sentire dai figli mentre si discute del trasferimento prima di avergliene parlato.
Un approccio che funziona è invece il seguente: prendete una decisione in quanto adulti che tenga anche in considerazione le esigenze dei vostri figli. Può essere anche semplicemente la decisione di compiere un primo viaggio esplorativo e vedere se il posto in cui vorreste trasferirvi è davvero adatto a voi. Coinvolgete il ragazzo oppure il bambino nell'esplorazione di questo nuovo posto cercando di far leva sulle cose che sapete che gli piacciono. Ad esempio, il ragazzo o la ragazza sono particolarmente attaccati ai compagni di scuola, e voi gli proponete di esplorare qualche scuola nel posto dove intendete trasferirvi, senza dire che volete trasferirvi, ma dicendo che volete vedere che cosa c'è di diverso rispetto alla scuola che già frequentano. Magari vostro figlio desidera una scuola dove si faccia molto sport perché è appassionato. Potete iniziare insieme a lui la ricerca di una scuola che sia forte nelle attività sportive, includendo anche il luogo in cui intendete trasferirvi. In pratica fate in modo che siano i vostri figli a chiedervi di trasferirvi perché si sono innamorati del posto e quindi sono pronti a rinunciare alle cose che hanno in Italia. Così facendo i vostri figli diventeranno i primi a spingere per il trasferimento e vi aiuteranno a superare i futuri ostacoli nel percorso.
Alcuni si chiedono se sia giusto spostare i propri figli e se un domani i loro figli potrebbero rinfacciare loro la scelta del trasferimento. La risposta è semplice: siete voi in quanto adulti che dovete valutare la situazione nell'interesse di tutti e non dovete dimenticare che i vostri figli domani potrebbero rinfacciarvi di non avere avuto il coraggio di farla. E' successo e anche più di una volta. Nel caso in cui otteniate un primo no, dal vostro compagno o compagna oppure dai vostri figli, non abbattetevi e cercate nuovi argomenti che possano motivarli.
In primo luogo dovete sapere che non siete soli. Negli ultimi due anni hanno lasciato l'Italia, ufficialmente, 200.000 persone. Stime empiriche, probabilmente più accurate, ci dicono che in realtà se ne sono andate circa 800.000 persone visto che di solito, nei primi anni dopo il trasferimento, solo 1 persona su 4 si iscrive all'AIRE (l'elenco degli italiani residenti all'estero). E' quindi iniziata una nuova grande ondata di emigrazione che non si vedeva da decenni e che sta portando i nostri connazionali verso tutte le parti del mondo.
Il secondo consiglio che vi posso dare è di non temporeggiare. Ogni mese che passa rende il trasferimento più difficile, sia perché la vostra motivazione cala col tempo, sia perché le condizioni per un esodo dall'Italia diventeranno sempre più difficili sia perché il paese verso cui pensate di trasferirvi potrebbe limitare gli afflussi per eccesso d'immigrazione da un particolare paese. Nel caso degli Stati Uniti, ad esempio, c'è una quota massima di immigrati che ogni anno possono essere accettati dall'Italia, e tale quota si basa anche sullo storico delle immigrazioni. Maggiore è il numero di immigrati dall'Italia negli ultimi anni, minore sarà la quota per gli anni successivi. Gli Stati Uniti infatti cercano di riservare pari opportunità di immigrazione da tutti i paesi del mondo e danno priorità ai paesi che finora non hanno avuto un grande numero d'immigrati.
Il terzo consiglio che vi posso dare è di suddividere la decisione in passi più piccoli, qualora fosse troppo grande da affrontare tutta insieme. Nel momento in cui ci si decide di trasferirsi bisogna rinunciare a tante cose: il lavoro, l'assistenza malattia, le abitudini, gli amici e i famigliari. Bisognerà anche rinunciare a oggetti che non possono essere trasportati. Talvolta la somma di tutte queste cose è eccessiva e si scontra con una serie di elementi ignoti per quel che riguarda la nostra destinazione finale. Potete quindi suddividere la scelta in passaggi minori. In primo luogo è consigliabile scegliere il posto dove si dovrebbe andare. Cercate un posto dove siete stati oppure organizzate uno o più viaggi per familiarizzarvi con la località e per crearvi una prima cerchia di amicizie che sarà fondamentale. Cercate anche il consiglio di professionisti. Un primo investimento iniziale si ripagherà abbondantemente perché vi chiarirà completamente le idee e vi permetterà di evitare errori che potrebbero costarvi cari. E anche nel caso decideste di non partire, avrete preso una decisione informata e serena, senza basarvi su sentito dire o impressioni sbagliate. Molti si chiedono se la vita nel posto in cui vogliono andare sarà piacevole e se la loro famiglia potrà integrarsi bene. La mia esperienza, per lo meno con gli Stati Uniti, è che ho sempre trovato persone molto ospitali, cordiali e pronte ad aiutare anche se nessun glielo aveva chiesto. Ho trovato anche molta cordialità e collaborazione negli uffici pubblici. Solo chi ha vissuto all'estero in un paese moderno sa quanto sia più facile la vita rispetto all'Italia. Non è mia intenzione criticare il Bel Paese a tutti i costi, vi sono affezionato e lo trovo splendido in molti aspetti, ma le complicazioni che un cittadino o un imprenditore deve affrontare ogni singolo giorno e che ogni singolo giorno aumentano, sono tipiche dell'Italia. In questo senso, il detto "tutto il mondo è paese" non vale. Un progetto ambizioso come il trasferimento in un'altra nazione richiede tuttavia numerosi passi e qualsiasi supporto dall'esterno è sempre ben venuto. Per questo motivo, basandomi anche sulle richieste che mi sono arrivate, progetteremo degli strumenti semplici che potrete utilizzare per fare il percorso basandosi sull'esperienza già maturata da chi l'ha fatto prima di voi.

Fonte: Voglio vivere così

Dott. Fabio Troglia 
fabio.troglia@gmail.com 
www.lamiaeconomia.com

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Postato da Lamiaeconomia di Fabio Troglia su Lamiaeconomia il 8/26/2012 09:00:00 m.

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