Novità: Portafoglio obbligazionario per cassettisti, rendimento netto 6.2%: come fare per visualizzarlo??? Scrivimi a : fabio.troglia@gmail.com oppure contattami al 0110437179
Alcune grandi aziende giapponesi hanno sospeso la produzione nei propri impianti in Cina e hanno invitato i lavoratori a rimanere dentro le fabbriche dopo le forti proteste scoppiate nel Paese per una disputa territoriale che mette in pericolo le relazioni commerciali tra le due principali economie asiatiche. Da alcuni giorni in alcune grandi città cinesi ci sono state manifestazioni e proteste antigiapponesi a causa di una controversia per il controllo delle Senkaku, isole disabitate nel mar Cinese orientale. La decisione del governo di Tokyo, la scorsa settimana, di acquistare alcune isole del piccolo arcipelago da un proprietario privato ha provocato una dura reazione da parte di Pechino che ha inviato sei navi da ricognizione nell'area che potenzialmente contiene grosse riserve di gas. Oggi circa 1.000 pescherecci cinesi si stanno avviando verso le Senkaky che dovrebbero essere raggiunte in giornata, secondo quando riporta il microblog del People's Daily controllato dal governo cinese. Toyota e Honda hanno riferito che durante il weekend le proteste a Quingdao hanno danneggiato i loro punti vendita, mentre Panasonic ha detto che in una delle proprie fabbriche ci sono stati sabotaggi da parte dei lavoratori cinesi e la produzione verrà sospesa per la giornata odierna. Anche alcuni retailer giapponesi hanno sospeso le proprie attività in Cina e preso misure per proteggere i propri dipendenti. Intanto sul fronte diplomatico gli Stati Uniti non prendono una posizione sulle isole contese e invitano alla calma temendo una escalation della tensione tra Giappone e Cina sul contenzioso territoriale nel mar cinese orientale. Il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, ha detto che gli Usa si attengono agli obblighi sul trattato di Sicurezza nei confronti del Giappone ma che la via da seguire è quella pacifica.
Dott Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
www.lamiaeconomia.com
Cina-Giappone,la situazione si scalda
Alcune grandi aziende giapponesi hanno sospeso la produzione nei propri impianti in Cina e hanno invitato i lavoratori a rimanere dentro le fabbriche dopo le forti proteste scoppiate nel Paese per una disputa territoriale che mette in pericolo le relazioni commerciali tra le due principali economie asiatiche. Da alcuni giorni in alcune grandi città cinesi ci sono state manifestazioni e proteste antigiapponesi a causa di una controversia per il controllo delle Senkaku, isole disabitate nel mar Cinese orientale. La decisione del governo di Tokyo, la scorsa settimana, di acquistare alcune isole del piccolo arcipelago da un proprietario privato ha provocato una dura reazione da parte di Pechino che ha inviato sei navi da ricognizione nell'area che potenzialmente contiene grosse riserve di gas. Oggi circa 1.000 pescherecci cinesi si stanno avviando verso le Senkaky che dovrebbero essere raggiunte in giornata, secondo quando riporta il microblog del People's Daily controllato dal governo cinese. Toyota e Honda hanno riferito che durante il weekend le proteste a Quingdao hanno danneggiato i loro punti vendita, mentre Panasonic ha detto che in una delle proprie fabbriche ci sono stati sabotaggi da parte dei lavoratori cinesi e la produzione verrà sospesa per la giornata odierna. Anche alcuni retailer giapponesi hanno sospeso le proprie attività in Cina e preso misure per proteggere i propri dipendenti. Intanto sul fronte diplomatico gli Stati Uniti non prendono una posizione sulle isole contese e invitano alla calma temendo una escalation della tensione tra Giappone e Cina sul contenzioso territoriale nel mar cinese orientale. Il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, ha detto che gli Usa si attengono agli obblighi sul trattato di Sicurezza nei confronti del Giappone ma che la via da seguire è quella pacifica.
Dott Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
www.lamiaeconomia.com
--
Nessun commento:
Posta un commento