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I deputati tedeschi hanno approvato ieri sera l'introduzione di una tassa sulle banche, con l'obiettivo di far sì che, in caso di recrudescenza della crisi, non debba essere solamente lo Stato a sostenere le compagnie in difficoltà.
Secondo la nuova normativa, gli istituti di credito dovranno versare nelle casse del Tesoro una parte dei propri profitti (a partire dal prossimo anno): il prelievo sarà applicato infatti sul risultato di bilancio, e fissato in funzione delle dimensioni di ciascuna banca e del grado di rischio assunto in base ai business attivi. La tassa, in ogni caso, non potrà essere superiore al 15% dei ricavi netti. Secondo i calcoli del governo di Berlino, in tal modo si potrebbe arrivare ad un flusso fiscale di 1,5 miliardi di euro all'anno, denaro che sarà utilizzato anche per creare un fondo dal quale attingere in caso di nuove crisi. Così si eviterà di dover procedere a salvataggi come quelli di Hypo Real Estate, che ancora oggi beneficia di garanzie pubbliche per 100 miliardi di euro, e di Commerzbank, nella quale lo Stato è ancora il principale azionista. Il nuovo fondo d'emergenza dovrà avere un valore di 70 miliardi di euro.
La Germania diviene così uno dei primi Paesi ad imporre una tassazione sull'industria bancaria: "apripista" fu la Svezia, già nel 2008, mentre oggi i governi del Regno Unito e della Francia ne stanno valutando la fattibilità. La nuova legge tedesca impone inoltre una serie di limitazioni agli stipendi dei top manager bancari.
Dott Fabio Troglia
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Postato da Lamiaeconomia di Fabio Troglia su Lamiaeconomia il 10/31/2010 08:56:00 AM
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