mercoledì 19 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Consegna speciale!




Novità: Portafoglio obbligazionario per cassettisti, rendimento netto 6.2%: come fare per visualizzarlo??? 
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Consegna speciale!


Cari samurai, 

il blog Lamiaeconomia va in vacanza per un evento per me davvero molto speciale come si può intuire dalla foto!
Lascerò da parte per un po' i mercati e mi dedicherò a tempo pieno a questo fagottino. 

Torno presto però non temete!
Buon Natale a tutti i samurai!

Dott. Fabio Troglia 
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[Lamiaeconomia] Ftse mib cambia scenario


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Ftse mib cambia scenario


Ftse Mib cambia scenario... 
Tutto questo è dovuto ai cambiamenti avvenuti in ambito internazionale, ma soprattutto al salvataggio della Grecia con relativa super impennata del cambio Euro-Dollaro, che fanno mutare lo scenario di breve da ribassista a rialzista.
Il Ftse Mib ha come target da qui al 15-20 Gennaio area 17000.
Attenzione però che Sp500 e Dax faranno i loro max assoluti allora da lì in poi.... beh questa è un altra storia!
Scusate ma sono molto impegnato....e nel prossimo post saprete anche perchè..

Dott. Fabio Troglia 
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martedì 18 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Francia: cinema contro politica


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Francia: cinema contro politica





Anche l'attore Gérard Depardieu si è trasferito in Belgio per sfuggire alla tassa del 75 per cento imposta da Hollande sui redditi più alti. Il governo rischia di dover pagare il conto delle polemiche.

Due secoli fa gli aristocratici francesi sceglievano l'esilio per sfuggire ai sanculotti e alla ghigliottina. Altri tempi, altri costumi: oggi i (molto) ricchi scelgono l'esilio fiscale per sfuggire a tasse considerate eccessive.
Gérard Depardieu fa parte di questo gruppo. E come spesso accade con questo monumento del cinema francese, il caso ha preso delle proporzioni tanto enormi quanto assurde. La sua scelta di trasferire il suo domicilio in Belgio non lascia dubbi: vuole beneficiare del più mite sistema fiscale belga. E questo è stato detto senza timore di scatenare uno psicodramma nazionale, all'altezza della sua celebrità.
"Decisamente meschino", ha commentato il primo ministro Jean-Marc Ayrault. "Ma chi è lei per giudicarmi così?" ha replicato Depardieu in toni teatrali, minacciando di restituire il passaporto e di abbandonare la nazionalità francese. Scatenando una nuova serie di reazioni indignate, il ministro del lavoro ha esplicitamente parlato di "una forma di decadimento personale" e il ministro della cultura ha chiesto all'attore – con più umorismo – di "tornare al cinema muto".
Un deputato socialista è arrivato al punto di suggerire che chi si trasferisce all'estero per motivi fiscali sia privato della nazionalità. Qualcuno potrà vedere in questo caso una farsa burlesca. Altri, una fredda risposta dei più ricchi alle misure di rigore del fisco francese e la dimostrazione che ormai la gestione del proprio patrimonio è per loro molto più preoccupante dell'interesse nazionale. Ma sarebbe bene che tutti riflettessero sulle cause di questo psicodramma.
Le motivazioni risalgono alla campagna presidenziale. Volendo dare un'impronta forte al suo programma e fare delle concessioni alla sua sinistra, François Hollande aveva proposto a sorpresa di tassare al 75 per cento i redditi oltre un milione di euro. Troppo alto per la destra – una posizione discutibile, visto che tassi simili sono esistiti negli anni settanta – questo tasso era giustificato da un dovere di solidarietà per risanare i disastrati conti pubblici. Ma a quanto pare l'argomento non ha convinti i diretti interessati. E in effetti i motivi non mancano.
Da un lato una tassazione del 75 per cento sembra punitiva. Se Hollande avesse voluto rispettare lo spirito della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, secondo la quale i cittadini devono contribuire all'imposta "in base alle loro facoltà", avrebbe imposto due, tre o addirittura quattro scaglioni supplementari per arrivare se necessario a una percentuale del 75 per cento. Inoltre ci si rende conto che la fiscalità in un solo paese è decisamente inefficace nell'epoca della globalizzazione e della libera circolazione dei cittadini in Europa.
Così Hollande rischia di pagare i costi politici della sua decisione elettorale di primavera. E di rimanere invischiato in questa polemica, com'era successo a Nicolas Sarkozy con il suo scudo fiscale. L'aumento delle imposte è necessario, i più ricchi devono contribuire più degli altri. Ma la brutalità simbolica del 75 per cento finisce per cancellare del tutto questo messaggio.



Fonte: Presseurop
http://www.presseurop.eu/it/content/article/3173581-la-grande-evasione-fiscale


Dott. Fabio Troglia 
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lunedì 17 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Bund: in partenza il nuovo ciclo??


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Bund: in partenza il nuovo ciclo??



Carissimi samurai,



oggi secondo i miei calcoli siamo in scadenza ciclica.
Anche graficamente il Bund ha dato un bel segnale grafico di inversione. Dopo tale segnale ha dato prova di discreta forza dando un primo attacco ai 145 livello duro, ma che se superato darà la partenza al ciclo rialzista per il Bund, il che significa che per le piazze finanziarie sembrano essere sempre più probabili discese rispetto al tanto invocato rally di Natale.

Al momento questo mi sembra lo scenario più probabile, verrebbe negato solo alla violazione di 144.6.

Dott. Fabio Troglia
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[Lamiaeconomia] TV: se solo cominciassimo a smettere di guardarla...


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TV: se solo cominciassimo a 
smettere di guardarla...




Immaginate di essere seduti sul divano di casa vostra con il vostro o la vostra partner e intavolare una discussione: improvvisamente compare in televisione una pubblicità per una consulenza matrimoniale.
Oppure immaginate di star facendo sollevamento pesi ed avere un film di sottofondo e, di punto in bianco, vedete comparire sullo schermo annunci pubblicitari su come tenersi in forma, o sulla dieta da seguire.
Nel passato queste sarebbero state tutte coincidenze, ma nel futuro non lo saranno più, grazie all'idea avuta dal marchio Verizon, il quale, secondo il sito Slate, sarà in grado di spiare tutti i vostri gesti grazie a una particolare tecnologia.
Questo marchio inglese ha brevettato, di fatto,un sistema in grado di capire l'esatta tipologia di pubblicità che ogni persona vuole vedere. Usando una combinazione di immagini e attraverso sensori posizionati nelle case dei suoi clienti, riuscirà a capire cosa state facendo mentre guardate la televisione. Tali sensori riusciranno anche a capire come siete fatti fisicamente, il timbro vocale. Potrà addirittura individuare se ci sono drink in casa o quadri attaccati al muro.
Praticamente la vostra televisione di casa sarà in grado di capirvi e di seguire ogni vostra singola mossa. Opererà più o meno come Google con i suoi utenti di Gmail, ovvero mandando precise informazioni a seconda dei dati che vengono rilevati. L'unica differenza è che in questo caso sarà la televisione a farlo e tramite immagini, che si può dire, vi guarderanno mentre voi guarderete loro. Una tecnologia da vero Grande Fratello, che ovviamente inquieta. 
Naturalmente questo è solo un brevetto quindi non c'è ancora bisogno di iniziare a guardare la TV con sospetto, per ora. Simili brevetti devono venire registrati prima e poi essere messi in pratica. Ma questo non cambia il fatto di come la tecnologia stia sempre più invadendo la nostra vita privata.


Fonte: Wall Street Italia


Dott. Fabio Troglia 
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sabato 15 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Cloud: il cavallo di troia che ucciderà la libertà in rete!



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Cloud: il cavallo di troia 
che ucciderà la libertà in rete!




Malgrado il senso di ineluttabilità con cui nell'ambiente viene prospettato l'avvento della tecnologia del cloud computing - destinata a prendere il posto dei normali hard disk come principale centro di archiviazione dei contenuti web – tale sistema rappresenta un nuovo pericoloso cavallo di troia con cui il potere intende completare la regolamentazione e lo spegnimento della libertà in rete.

Tra i vari giganti tecnologici sostenitori della tecnologia cloud (nuvola – n.d.t.) vi sono Apple, Google e Amazon. Il cloud in parole povere consiste in una rete di server remoti (quindi non fisicamente a disposizione degli utenti – n.d.t.) nella quale gli utenti potranno memorizzare i propri dati senza il bisogno di usare hard disk locali, di proprietà.
"E' parte di una tendenza secondo cui tutti i contenuti multimediali (programmi, servizi, film – n.d.t.) non saranno più posseduti dagli utenti, ma noleggiati dalla 'nuvola universale', riferisce Investmentu.com.
Malgrado la comodità di accedere ai propri file da qualsiasi parte del mondo, con qualsiasi dispositivo, gli inconvenienti si prospettano inquietanti.
Questi inconvenienti sono già riscontrabili in You Tube, la quale è tenuta a bloccare, censurare ed eliminare i video degli utenti laddove sia richiesto da parte dei governi. Come abbiamo già riferito in maggio, in questo periodo dietro richiesta dei governi sta rimuovendo molti video che mostrano proteste, manifestazioni e altre situazioni sgradite allo Stato.
E' inoltre noto come il cloud di Amazon abbia escluso dai propri server l'intero sito web Wikileaks a seguito di esplicita richiesta effettuata dal senatore Joe Lieberman della Commissione Senatoriale per la Sicurezza Nazionale.
Lieberman è tra i più agguerriti sostenitori della rimozione del dissenso sul web, avendo proposto a Obama una sorta di kill switch per la rete al quale ricorrere per spegnere alcune parti del web o chiudere siti per direttissima, con il pretesto della sicurezza nazionale. Lieberman ha parlato dei motivi di tale campagna politica nel corso di una intervista alla CNN: "In questo momento il governo cinese è in grado di disconnettere parti della sua Internet in caso di guerra. Noi dovremmo poter fare lo stesso."
Il Cloud è dunque un perfetto strumento per la cosiddetta cyber-security. L'obiettivo è costringere  la massa a usare uno dei servizi di cloud gestiti da grandi società, in primo luogo attraverso una campagna di tassazioni e regolamentazioni che renda proibitive le normali connessioni ad internet, fino ad una eventuale chiusura totale della rete attuale. Quando la maggior parte dei dati sarà limitata alla rete cloud, attraverso un inasprimento delle leggi sul diritto d'autore, sulla libertà di parola e sulla diffamazione, si costringerà al silenzio i media alternativi.
Acconsentire che tutti i nostri file siano memorizzati su un server remoto, equivale a consegnarli nelle mani di una grande azienda, la quale attraverso qualche condizione elencata nei "termini di utilizzo" avrà il potere di accedere ad essi o rimuoverli.
Ad esempio, le condizioni di utilizzo del cloud di Amazon prevedono che quest'ultima possa esercitare, "il diritto di accedere, conservare, utilizzare e divulgare i dati dell'account e dei relativi file."
Consegnare i propri dati ad un cloud rende anche più facile per il governo ottenere informazioni private.
"Non è come conservare i propri dati in un cassetto della scrivania," ha spiegato al Washington Post Chris Calabrese della American Civil Liberties Union. "Se un governo vuole ispezionare l'hard disk di un cittadino, oggi deve obbligatoriamente ottenere la autorizzazione di un giudice, mentre ispezionare i dati all'interno dei cloud non prevederà simili limitazioni."
Anche la sicurezza è praticamente inesistente sul cloud di Amazon. Amazon scrive che "non garantiamo che i file memorizzati non saranno oggetto di appropriazione indebita, perdita o danno, e decliniamo ogni responsabilità al riguardo. L'utente è l'unico responsabile del mantenimento di una adeguata sicurezza, della protezione e del backup dei file."
Quindi, se un hacker o Amazon stessa eliminasse i tuoi file, non potresti chiedere spiegazioni ad Amazon.
Gli appassionati di tecnologia hanno anche previsto problemi per chi deciderà di cambiare compagnia di clouding, ad esempio passando da Apple a Google. "I fornitori di servizi cloud come Apple, Google e Facebook avranno un forte interesse a 'bloccare' i loro clienti per massimizzare i ricavi", scrive Tony D'Altorio. "Faranno del loro meglio per limitare la libertà degli utenti di vagare liberamente di cloud in cloud."
"Quindi gli utenti potrebbero restare bloccati in iCloud di Apple e riscontrare difficoltà ad uscirne senza problemi." ha osservato Mark Little, analista di Ovum. "I costi di migrazione [di cloud in cloud] saranno certamente una delle questioni più rilevanti della storia del cloud computing."
Il Cloud non è che un cavallo di troia contro la libertà del web. E' un tentativo di assimilare i media alternativi in un grande alveare robotico, prima di distruggerli dal di dentro. Il Cloud (se avrà successo – n.d.t.) sarà una parte importante di Internet 2 e ricoprirà un ruolo centrale nella trasformazione del world wide web in qualcosa di molto simile alla TV via cavo; un sistema in cui un piccolo numero di società per azioni lavoreranno con i governi per decidere cosa possa essere pubblicato, o meno.
Il Cloud ucciderà la libertà in rete, a meno che non passi il messaggio che è uno strumento perfettamente finalizzato allo spegnimento della libertà di parola sul web.

Fonte:
http://www.prisonplanet.com/the-cloud-trojan-horse-for-internet-takeover.html
tradotto da http://www.anticorpi.info/




Dott. Fabio Troglia 
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venerdì 14 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] In o out?


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In o out?





Per la prima volta, l'immigrazione in Italia è a crescita zero.
Nel 2011, infatti, gli stranieri nel nostro Paese sono aumentati dello 0,5%. In compenso è aumentato il numero degli italiani che tentano fortuna all'estero. Circa 50 mila nell'ultimo anno, soprattutto giovani e laureati. Il motivo? La crisi economica.
La crisi economica frena l'immigrazione in Italia. Se tra il 2007 e il 2009 i migranti che ogni anno varcavano i confini del Paese erano 500 mila, adesso la situazione è completamente diversa. Tra il 2011 e il 2012 si è andati vicini alla crescita zero. Con solo 27 mila presenze in più, un incremento dello 0,5%.

Ma se da un lato si emigra sempre meno verso l'Italia, un altro dato segna un grosso cambiamento. Nel 2011 gli italiani che hanno fatto le valigie e hanno deciso di andare all'estero sono stati molti di più. Circa 50 mila. Questo è quanto emerge dal XVIII Rapporto nazionale sulle migrazioni 2012, elaborato dalla Fondazione Ismu e presentato ieri mattina a Milano. 
Secondo Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia all'università Bicocca di Milano, le cause vanno ricercate nel perdurare della crisi economica. «Gli stranieri – spiega a Linkiesta - sono meno attratti dal sistema paese, l'Italia non è più tra le mete preferite come era già accaduto con Spagna e Portogallo, altri due paesi colpiti dalla crisi». Così, al primo gennaio 2012 gli immigrati erano 5 milioni e 430 mila. E per circa il 90% dei casi con dimora abituale in un comune italiano.
Diminuiscono non solo gli arrivi per motivi di lavoro, ma anche per i ricongiungimenti familiari. «Chi vorrebbe raggiungere la famiglia – continua Blangiardo – ci pensa un attimo prima di partire. Oppure chi magari si era spostato, è tornato indietro». Aumentano, infatti, i capifamiglia che fanno tornare moglie e figli nel Paese di origine perché costa meno mantenerli lì.
Secondo l'Ismu questo non significa che poco a poco gli stranieri smetteranno di venire in Italia. Diventeranno, anzi, 6 milioni entro il 2041. «L'immigrazione nel nostro Paese insomma sta diventando lenta e consolidata». Crescono, infatti, i soggiornanti di lungo periodo, gli stranieri over 65 che raggiungeranno i tre milioni a fine 2060 e diminuisce del 26% la quota degli irregolari.
In contemporanea aumentano i giovani che provano a cercare fortuna all'estero. I connazionali emigrati nell'ultimo anno sono, infatti, aumentati del 9%. E tra essi, sono molti i giovani laureati. «Gli italiani non partono più con la valigia di cartone – racconta a Linkiesta Blangiardo – possiamo parlare realmente di cervelli in fuga. L'erasmus ha fatto si che i giovani non compiono nessuna fatica a prendere un aereo e andare a Berlino o a Londra e provarci».
Inoltre, come era già avvenuto negli anni precedenti, il livello di occupazione degli stranieri continua a crescere, mentre quello degli italiani a diminuire. Secondo Blangiardo è un paradosso poiché «arrivano in Italia giovani stranieri che finiscono per trovare un mestiere poco qualificato, e vanno via giovani cervelli che solo all'estero trovano una professione alla loro altezza». La maggior parte degli stranieri ha, così, un lavoro subordinato, molto flessibile e con una bassa paga. 
Tra gli immigrati regolarmente presenti nel nostro Paese, la nazionalità più numerosa è quella rumena con più di 1 milione di presenti, seguita dalla marocchina e dall'albanese (con 506mila e 491mila soggiornanti). La crisi economica incide anche sui tipi di reato compiuti dagli stranieri. Il peggiorare delle loro condizioni economiche li spinge soprattutto a compiere crimini legati alla sopravvivenza. Aumentano, infatti, i reati legati al patrimonio. In aumento rispetto al 2010, i furti del 31,8% e le rapine del 38,1%.
Le province che riescono a trattenere di più gli immigrati sul loro territorio sono Bolzano con il 95%, Genova, Aosta e Imperia, con il 90%, e Trento, con l'89%. Milano non è più, come in passato, il grande polo di attrazione, probabilmente anche per l'aumento del costo delle abitazioni. Nonostante ciò, vivono ancora nella provincia l'88% degli stranieri non comunitari arrivati nel 2007 con regolare permesso di soggiorno. La Lombardia, inoltre, anche quest'anno si conferma la prima regione d'Italia per numero di alunni con cittadinanza non italiana. Il 24,4% del totale degli stranieri iscritti in Italia, infatti, frequenta una scuola lombarda.
Un'altra conseguenza della crisi economica è il diverso modo in cui oggi è vista l'immigrazione in Italia e nel resto d'Europa. Secondo i dati raccolti dalla Commissione europea e presentati nell'Eurobarometro 2012, per i cittadini europei l'immigrazione è tra gli ultimi problemi che in questo momento affliggono l'Europa. Invece all'inizio del 2011 l'immigrazione era considerata dal 20% degli intervistati uno dei problemi più importanti. Oggi, a preoccupare di più i cittadini sono in ordine di importanza: la situazione economica (54% per cento degli intervistati), lo stato delle finanze pubbliche (34%), la disoccupazione (32%), l'inflazione (15%), e infine l'immigrazione (9%).



Fonte: Linkiesta
http://www.linkiesta.it/Ismu-stranieri-in-italia



Dott. Fabio Troglia 
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[Lamiaeconomia] Italia addio!



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Italia addio!



Sembra tracciata la strada per Roma, stando almeno al risultato del sondaggio mensile dell'The Economist.
Ogni trenta giorni la rivista consulta un gruppo di economisti per fare il punto sulle previsioni di crescita di Pil per 14 economie sparse sul mappamondo finanziario. Ebbene, il risultato dell'ultima inchiesta non lascia spazio a interpretazioni alternative. 
Il declino dell'Italia è lampante: il nostro Paese si colloca, infatti, all'ultimo posto di questa singolare classifica. Su questa debacle avranno di certo concorso i problemi dell'Eurozona, il rallentamento della crescita nei mercati emergenti e la debole ripresa americana, ma in fondo ricordare la cronaca quotidiana è solo una amara soddisfazione. Quello che sta avvenendo sullo sponde del Mediterraneo è inequivocabile. 

Solo tre Paesi - Australia, Stati Uniti e Giappone - hanno migliorato le prospettive di crescita in questo 2012, la maggior parte le hanno ridotte di pochi punti percentuali, mentre per l'Italia è un tracollo senza fine. 
Per il 2013 gli economisti contattati dall'Economist prevedono un anno migliore. Ma lo scenario è in movimento, aggiungono in conclusione sibillini. Come dire: tutto può cambiare. Roma sarà in grado di accettare la sfida? E' una domanda scomoda, che oggi non trova risposta.


Fonte: Wall Street Italia
http://www.wallstreetitalia.com/article/1472161/crisi-dura/italia-ultima-nella-classifica-dell-economist.aspx

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giovedì 13 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] La nuova FED


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La nuova FED


A partire dal marzo 2013 la BCE sarà supervisore unico di tutte le più grandi e importanti banche dell'eurozona.

I ministri delle Finanze dell'Unione Europea hanno trovato stanotte un accordo per la creazione di un'autorità che supervisioni le banche dei paesi dell'eurozona, che sarà poi sottoposto al prossimo summit dell'Unione Europea a Bruxelles. L'accordo arriva dopo mesi di negoziati tra gli stati membri ed è visto dai paesi europei come fondamentale per integrare e stabilizzare il sistema bancario comunitario. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha detto che i parlamenti nazionali dovrebbero ratificare la nuova autorità entro la fine di febbraio 2013 così che possa entrare in funzione all'inizio di marzo.
La supervisione finale sulle banche dell'eurozona sarà effettuata dalla Banca Centrale Europea, a partire dal 2014, e riguarderà le banche che possiedono più di 30 miliardi di euro in titoli e investimenti, quelle che ne detengono una cifra pari al 20 per cento o più del prodotto interno lordo del loro paese e quelle che operano in almeno due paesi diversi. Almeno tre banche per ogni stato membro, in base a questi requisiti, saranno oggetto della supervisione europea: le altre resteranno, come adesso, sotto il controllo del loro supervisore nazionale. Francia e Germania avevano avuto a lungo posizioni distanti riguardo le banche interessate dalla supervisione, col governo tedesco che sosteneva che molte sue banche locali erano troppo piccole per necessitare del controllo della BCE. Uno degli obiettivi del nuovo ente è spezzare i rapporti poco sani esistenti tra banche e governi nazionali e locali, che in passato hanno portato a scelte economiche per lo meno azzardate da parte di alcuni istituti finanziari o che hanno costretto i governi a impegnare risorse ingenti per salvare banche in difficoltà.
La BCE avrà il potere di chiudere le banche che non rispettano le regole comunitarie e potrà utilizzare direttamente il fondo di salvataggio – già introdotto qualche mese fa – per sostenere le banche in difficoltà. «Pezzo per pezzo, mattone dopo mattone, l'unione bancaria sarà costruita su questo passo deciso oggi», ha detto il commissario europeo Michel Barnier. Questa prima fase non dovrebbe richiedere la modifica dei trattati europei in vigore, operazione sempre piuttosto faticosa e delicata. L'ente di supervisione bancaria riguarda in prima istanza solo i paesi che adottano l'euro ma tutti gli altri paesi dell'Unione Europea, se lo vorranno, potranno chiedere di essere ammessi.



Fonte: Il Post
http://www.ilpost.it/2012/12/13/trovato-laccordo-sullunione-bancaria-in-europa/


Dott. Fabio Troglia 
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mercoledì 12 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Sp500 e disoccupati




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Sp500 e disoccupati


Paradosso americano perchè?? Nel grafico vediamo in comparazione i disoccupati e sopra Sp500.Stando anche alle parole di Ben Bernanke,il Quantitative easing continuerà finchè la disoccupazione non arriverà a livello della linea rossa.Quindi sta dicendo che se l'economia migliorerà lui non adotterà più manovre espansive e quindi il mercato americano che è a questi livelli solo per queste ragioni deve scendere.Morale più l'economia americana migliora è più l'indice deve scendere.
Vien da se che l'economia trova sempre un equilibrio,ma essendo un economia dopata lavora al contrario.
C'è una ragione, se Sp500 crolla,ma l'economia americana è in salute nessuno si preoccupa se crolla Sp500,ma l'economia non va bene si crea malcontento, panico e depresssione.
Dimenticavo, che il tasso di disoccupazione è una bufala americana,in quanto con il tempo a fattori invariati migliora sempre, perchè non tiene conto delle persone che cercano lavoro da più di un tempo X .

Mi spiego: io sono disoccupato nel 2012,quindi partecipo alle statisticche,fra due anni sono ancora disoccupato,ma non rientro più nelle statistiche,quindi la disoccupazione scende,anche se io sono senza lavoro,insomma vengo rottamato!!
Viva l'America!!!

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[Lamiaeconomia] Euribor manipolato?


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Euribor manipolato?




Dopo lo scandalo Libor si profila all'orizzonte una nuova inchiesta che coinvolgerebbe 12 istituti bancari europei.

L'indiscrezione, arrivata dal Wall Street Journal, è stata confermata ieri dal Portavoce del commissario Ue per la concorrenza Almunia: l'accusa è di manipolazione del tasso Euribor.
Secondo il Wall Street Journal, la Commissione Europea starebbe indagando oltre che su Barclays (già coinvolta nel caso Libor), che ha ammesso di aver manipolato anche l'Euribor, anche su Deutsche Bank, Crédit Agricole, Société Générale, Hsbc ad ad altri istituti che avrebbero contribuito a distorcere il tasso in proprio favore.

Il tasso Euribor viene fissato ogni giorno ed indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro di 50 banche; a questo tasso, sono spesso legati i mutui oltre che di altre operazioni a tasso variabile.



Fonte: International Business Times
http://it.ibtimes.com/articles/39592/20121211/libor-euribor-banche-scandalo-barclays.htm



Dott. Fabio Troglia 
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martedì 11 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Il Dax sotto i 5000


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Il Dax sotto i 5000


Carissimi,

Il Dax è troppo caro e sta andando a finire un ciclo rialzista molto bello, ma come tutte le cose belle...deve finire!

Facciamo due calcoli: a 7600 abbiamo la formazione di un possibile doppio max, o al massimo si può arrivare a 8000, ovvero un 5% in più per fare un doppio Max storico, quindi è ovvio che nel lungo termine la possibilità di discesa per il Dax è più interessante rispetto all'apertura di posizioni long.
State attenti: oggi siamo a 7580, nel lungo termine il Dax andrà allegramente sotto i 5000, ovviamente non in un giorno, ma verso fine 2013.
Quindi nella vostra operatività tenete conto di questa eventualità!!


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[Lamiaeconomia] Sp500 nel limbo



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Sp500 nel limbo


Sp500 senza forza,non è un bel segnale.Sp500 nelle ultime sedute nonostante la sua impostazione rialzista,non ha più forza,per fare nulla ne per salire,ma neanche per scendere è nel limbo.
Detto questo penso che se in questa settimana non supererà i 1425 vedendo anche la prossima scadenza Fiscal Cliff, i nuovi peggioramenti della situazione in Italia e quindi dell'Europa....la strada maestra possa essere quella del ribasso.
Quindi occhio a 1425 se li suepra si chiude il 2012 nel segno del recupero per il listino americano altrimenti,cosa a mio avviso più rpobabile si va a carecare il minimo di ciclo a 1310.
Buon trading samurai




  Dott. Fabio Troglia 
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lunedì 10 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Portfaoglio cassetisti: grazie Chavez +34%


Novità: Portafoglio obbligazionario per cassettisti, rendimento netto 6.2%: come fare per visualizzarlo??? Scrivimi a : fabio.troglia@gmail.com oppure contattami al 0110437179


Portfaoglio cassetisti: grazie Chavez +34%



Fine anno spumeggiante per il Portafoglio cassettisti che ci premia nuovamente,dopo la splendida performance con la Grecia del 30%,ora con una super performance del 34% con il Venezuela,ringrazio il presidente Chavez e gli auguro una pronta guarigione!!

  Dott. Fabio Troglia
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[Lamiaeconomia] Casa mia quanto mi costi... in Italia!


Novità: Portafoglio obbligazionario per cassettisti, rendimento netto 6.2%: come fare per visualizzarlo??? 
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Casa mia quanto mi costi... in Italia!





L'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Ance) ha reso noto un dato secondo cui la tassazione italiana sulla casa sarebbe la più alta d'Europa: il settore edilizio è in crisi e sono già stati persi molti posti di lavoro.

Un nuovo dato renderà l'Imposta Municipale Unica ancora più antipatica ai suoi detrattori: come è stato messo in luce dall'Ance, l'associazione che raggruppa i costruttori edili, la tassazione italiana sulla casa è quella più alta di tutto il continente europeo. Ecco perché le compravendite di abitazioni stanno vivendo un momento così difficile, con ben ventiquattro punti percentuali persi nel giro di un anno. Anche i pochi mutui concessi dalle banche e gli scarsi investimenti delle famiglie hanno una responsabilità pesante in tutto questo, ma il fatto che si sia verificato in concomitanza col debutto dell'Imu la dice lunga.
Le accuse lanciate dall'associazione sono precise: l'imposta in questione, infatti, sarebbe un disincentivo agli affitti e un ostacolo per chi ha comprato casa. I dati dell'osservatorio congiunturale del settore sono eloquenti, con un netto calo delle compravendite, un dimezzamento dei mutui erogati nei primi sei mesi del 2012 e la forte incertezza che non incoraggia certo a puntare sul mattone.
L'Imu, inoltre, viene considerata dai costruttori edili come una sorta di patrimoniale penalizzante, in particolare per quel che riguarda gli immobili su cui investire, come le seconde case e quelle per l'affitto. Dunque, non convince questo accanimento, soprattutto se associato alla scarsa domanda che caratterizza la casa, con un fabbisogno potenziale molto vicino alle 600mila abitazioni.
D'altronde, la crisi non riguarda semplicemente gli immobili, ma anche l'edilizia nel suo complesso. Secondo la stessa Ance, neanche il 2013 riserverà sorprese positive, anzi gli investimenti nel mattone sono destinati a crollare ulteriormente. Il rischio principale ha un nome ben preciso, deindustrializzazione: il settore edilizio ha perso 360mila posti di lavoro, un dato che si gonfia ancora di più se si aggiungono i settori collegati. I costruttori hanno quindi chiesto al governo misure concrete, tra cui il piano-casa per i giovani e la messa in sicurezza del territorio.

Fonte: Il Journal
http://www.iljournal.it/2012/lallarme-dei-costruttori-edili-sullimu/415218


Dott. Fabio Troglia 
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[Lamiaeconomia] Il sogno italiano



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Il sogno italiano




Fonte: Ecco cosa vedo
http://www.youtube.com/watch?list=PL4F92B0641894F7FF&v=jfZjKf2l_GU&feature=player_embedded

Dott. Fabio Troglia 
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[Lamiaeconomia] Russia: un modello agricolo da seguire


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Russia: un modello agricolo da seguire



Immaginate di vivere in un paese dove avere la libertà di coltivare la propria terra senza alcun tipo di tassa e senza l'interferenza del governo, non è solo un comportamento comune, ma viene addirittura incoraggiato al fine di promuovere la sovranità individuale e lo sviluppo di comunità forti e sane.


Ora immaginate che in questo stesso paese, anche quasi tutti i vostri vicini coltivino la loro terra come parte di una vasta rete di decentrati, autonomi e indipendenti "eco-villaggi" che producono cibo più che sufficiente a sfamare l'intero paese. 
Si può pensare che questo suoni come una sorta di interpretazione utopica della storica America, ma il Paese qui descritto è la Russia di oggi. Si scopre che l'attuale modello agricolo della Russia è quello che prospera come risultato di milioni di aziende agricole di piccola scala, a conduzione familiare e da coltivazioni di agricoltura biologica, che sommate producono la maggior parte del cibo consumato in tutto il paese. 



I russi hanno più libertà e indipendenza alimentare rispetto agli americani? 
E' un grido lontano dal sistema di agricolutra industrializzata e insostenibile, chimico-dipendente, che domina il paesaggio americano oggi: il sistema agricolo della Russia, che non è tecnicamente un sistema a tutti gli effetti, è gestito dal popolo e per il popolo. Grazie alle politiche di governo che piuttosto che soddisfare l'avidità delle aziende chimiche e delle biotecnologie come accade negli Stati Uniti incoraggiano l'agricoltura autonoma e famigliare, la maggior parte dei russi sono in grado e disposti a coltivare il proprio cibo sugli appezzamenti privati famigliari noti come "dachas". 
Secondo il Bovine, la legge russa del Garden Plot, che venne firmata nel 2003, dà diritto ad ogni cittadino russo un terreno privato di terra a titolo gratuito, di dimensioni variabili da 2,2 ettari a 6,8 ettari. Ogni appezzamento può essere utilizzato per coltivare prodotti alimentari o più semplicemente per vacanze e relax. Il governo ha accettato di non tassare questi terreni e il risultato di quest'opera è stato fenomenale poichè le famiglie russe coltivano praticamente tutto il cibo di cui hanno bisogno. 
"In sostanza, quello che i contadini russi fanno è dimostrare che essi stessi possono sfamare il mondo – e non sono necessari OGM, allevamenti industriali o qualsiasi altro espediente tecnologico per garantire a ognuno abbastanza cibo" scrive Leonid Sharashkin, direttore dell'edizione inglese della serie del The Ringing Cedars, una collezione di libri che racconta la storia che c'è dietro questo tentativo di ricollegare le persone alla terra e alla natura.
La maggior parte dei prodotti alimentari in Russia proviene da orti da cortile.
Nel 1999 è stato stimato che 35 milioni di appezzamenti familiari di piccole dimensioni in tutta la Russia, operati da 105 milioni di persone (il 71% della popolazione russa) producevano circa il 50% della produzione di latte del paese, il 60 % delle sue forniture di carne, l'87% di forniture di bacche e di frutta, il 77% del suo approvvigionamento di verdure, e un sorprendente 92% del suo approvvigionamento di patate. Il cittadino russo medio, in altre parole, è pienamente autorizzato sotto questo modello a coltivare il proprio cibo e a soddisfare le esigenze della sua famiglia e della comunità locale. 
"Tenete a mente che la Russia ha solo 110 giorni propizi alla crescita delle colture ogni anno – sulla base di questo negli Stati Uniti, ad esempio, la produzione dei coltivatori potrebbe essere sostanzialmente maggiore. Oggi, tuttavia, la superficie occupata da prati negli Stati Uniti è due volte maggiore di quella dei giardini della Russia e non produce nulla, a parte multi-miliardi di dollari indirizzati all'industria della cura del prato".
Il modello di coltivazione orticola è così efficace in tutta la Russia che la produzione totale rappresenta più del 50 % della produzione agricola tutta la nazione. In base a dati del 2004, il valore collettivo di tutti i prodotti coltivati in orto in Russia è di $ 14 miliardi di dollari, pari al 2,3 % del prodotto interno lordo della Russia (PIL) . E questo numero continua solo ad aumentare i russi decisi ad unirsi al movimento dell'eco-villaggio. 


Fonte: Naturalnews
http://www.naturalnews.com/037366_Russia_home_gardens_food_production.html#ixzz27uAvmpq3




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Dott. Fabio Troglia 


domenica 9 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Btp dopo Monti




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Btp dopo Monti

Come era prevedibile la reazione dei Btp dopo la decisione di Monti di lasciare era ovvia,crollo.
Ma tenete presente che in questi ultime settimane i Btp sono stati portati ad arte in bolla al rialzo, salivano sempre senza motivo sapientemente manovrati,ma perchè??
Perchè l'opinione pubblica si possa spaventare di più perchè la discesa potrà essere più ampia avendo in precedenza tirato di più la molla verso l'alto.
Dopodichè cosa accadrà??
Semplice dopo che di nuovo dal macellaio si parlerà dell'impennata dell Spread, alle prossime elezioni dove sembra probabile che Monti ci sarà secondo voi chi verrà eletto??
L'uomo che ha fatto scendere lo Spread e la cui partenza lo ha fatto crollare.
In questa fase bisogna far credere al popolo bue che solo Monti possa salvare il paese,ma la cosa grave che il popolo gli crederà e la prossima volta lo eleggerà politicamente e allora per la prossima legislatura saranno lacrime e sangue,tante tasse,nessuna riforma per il popolo e solo tante privazioni.
Svegliatevi, Berlusconi è d'accordo con Monti,ma questa manovra è stata studiata per creare una necessità quale??
Di un secondo Monti!!!




  Dott. Fabio Troglia
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venerdì 7 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Generali,la speculazione potrebbe iniziare...


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Generali,la speculazione potrebbe iniziare...


Nei prossi giorni un analisi sul titolo.


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Nessun commento da via Nazionale sulla possibile cessione del 4,5% di Generali Assicurazioni in mano alla Banca d'Italia al Fondo Strategico Italiano della Cassa Depositi e Prestiti.

Secondo La Stampa, Bankitalia potrebbe sottoscrivere un aumento di capitale riservato a FSI per "girare" la sua quota, del valore di 900 milioni di euro. 
Questa mossa sarebbe necessaria per evitare il conflitto di interessi che verrebbe a crearsi quando la Banca Centrale estenderà i propri poteri di vigilanza sul settore assicurativo.

L'ipotesi della cessione di una partecipazione a FSI non è però gradita ad alcuni soci del Leone di Trieste, che temono ingerenze politiche nella gestione della big assicurativa.

In questo momento il titolo Generali cede a Piazza Affari l'1,14%, facendo poco peggio del mercato italiano.




  Dott. Fabio Troglia
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Postato da Lamiaeconomia di Fabio Troglia su Lamiaeconomia il 12/07/2012 01:11:00 p.



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[Lamiaeconomia] Il miglior discorso del mondo


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Il miglior discorso del mondo





Dott. Fabio Troglia 
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[Lamiaeconomia] La scuola e... l'IMU!


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La scuola e... l'IMU!





Beh, è passata solo una settimana e... eccoci qui!
Togliere l'Imu alle scuole paritarie? La proposta, partita dall'Udc e dall'associazione Genitori Scuole Cattoliche, trova d'accordo il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo.
«Mi farò portatore positivo con il presidente del Consiglio Mario Monti di questa vostra richiesta», ha annunciato rispondendo alla questione posta dalla deputata centrista Luisa Capitanio Santolini. 
«Come genitori delle scuole cattoliche siamo ancora una volta costernati e allibiti di fronte a provvedimenti che di fatto non recepiscono la scuola paritaria come scuola pubblica, dal momento che le scuole statali non pagano l'Imu», tuona Roberto Gontero, presidente di Agesc. Dal 2000, dice, «esiste una legge che istituisce e riconosce le scuole paritarie come scuole pubbliche». 
Una richiesta, quella della Santolini, che trova favorevoli, in maniera trasversale, Pdl, Pd, Api e appunto Udc che, in una nota congiunta diramata nella giornata di ieri da Emanuela Baio (Api), Mariapia Garavaglia (Pd), Antonio Tomassini Pdl), Claudio Gustavino (Udc), Claudio Molinari (Api), Daniele Bosone (Pd) e Stefano De Lillo (Pdl), criticavano la possibilità di far pagare l'Imu alle paritarie: «Non siamo d'accordo sul decreto del ministero dell'Economia che indica i requisiti per l'esenzione IMU di alcune attività didattiche, perché penalizza la libertà di educazione e obbliga molte scuole paritarie a chiudere. Bisogna scegliere se cancellare questa norma o dare maggiori risorse alle scuole paritarie, inserendo una modifica in un provvedimento, come per esempio la legge di stabilità, che è in discussione ora al Senato, al fine di risolvere questo 'pasticcio'». 
Dello stesso avviso è Elena Centemero, responsabile Scuola Pd, che plaude all'impegno del ministro Profumo di rivedere la norma sull'Imu, «che non può essere determinata solo dal ministero dell'Economia, calcolatrice alla mano, ma va contestualizzata in una più ampia riflessione sulla centralità dell'istruzione dei nostri giovani, alla quale le scuole paritarie contribuiscono in modo importante». 
Il Pdl, dal canto suo, tramite una dichiarazione di Enrico Pianetta, capogruppo in commissione Esteri, parla espressamente di «Chiesa», che «ha una missione: quella di stare vicino al popolo, ai cittadini in tutti i sensi. Dal sociale, all'educazione, alla sanità. Sarebbe il caso di cominciare ad allearsi tra scuole statali e scuole paritarie per trasformare la scuola italiana che è sempre più lontana dai digital nativi, che li cattura sempre meno». 
Una scelta che, però, crea una reazione furente da parte del sindacato studentesco Unione degli Studenti. «Fermiamoli!» è il titolo che campeggia nella home del loro sito, con tanto di comunicato: «Profumo è passato in pochi giorni dallo "scaricare" di fatto la legge Aprea, a tornare alla strenua difesa delle scuole private, nello specifico in questo caso quelle cattoliche». 
«Non c'è da meravigliarsi – prosegue il comunicato – che mentre per le scuole pubbliche si parla di nuovi tagli al fondo ministeriale per l'offerta formativa (che finanzia corsi di recupero, sportelli, attività autogestite dagli studenti, corsi extracurrculari) dopo qualche lamentele dalle lobby cattoliche, si vogliano reintrodurre le esenzioni per le cattoliche». 
«Le scuole cattoliche sono scuole private, ci teniamo a ribadirlo perchè non è concepibile in un paese civile che quando si tratta di tagliare la scuola "per tutti" i governi si pongano ben pochi problemi, quando si tratta di favorire le solite lobby ci sia sempre massima disponibilità. Non accettiamo in alcun modo che questo possa avvenire ancora, soprattutto in una fase in cui centinai di scuole occupate e cortei stanno ribadendo quotidianamente il valore della scuola pubblica». 
Il comunicato si conclude con un annuncio: «Il 5 e 6 dicembre saremo di nuovo in piazza per contestare profondamente questa scelta: vi abbiamo già fermato, lo faremo di nuovo!» 



giovedì 6 dicembre 2012

[Lamiaeconomia] Italiani: preparatevi ad una bella strizzata di..

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Italiani: preparatevi ad una bella strizzata di..




Con una scaramuccia delle più infantili Berlusconi prova a far cadere il governo Monti, ma...in realtà e tutto pianificato da entrambe le parti,come funziona lo schema??

Monti perde di credibilità...ma c'è necessità di strizzare ancora un po' il popolo allora... Berlusconi minaccia, le borse crollano, lo spread risale e  chi vi può salvare??
Sempre solo lui: Ser Monti che quindi potrà pescare dai vostri conti correnti, obbligavi ad aderire a fondi salva tutto ecc..
Quindi un paese sano, risanato a dir loro, diverrà di nuovo un paese di appestati!!!
Anche se conosco questa semplice dinamica, la trovo ripugnante.
Poi magari diventa necessario introdurre la Tobin Tax perchè è colpa della finanza ma....

Dott. Fabio Troglia 
fabio.troglia@gmail.com
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[Lamiaeconomia] Speculazione e... cibo!

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Speculazione e... cibo!



Si discute molto tra gli economisti delle accuse alle banche e alla finanza di aver causato l'aumento del prezzo delle materie prime alimentari.

Mercoledì scorso Barclays, una banca inglese tra le più grandi del mondo, ha fatto sapere che sta considerando la possibilità di ritirarsi dal mercato delle materie prime alimentari per tutelare la sua reputazione. Insieme alle altre grandi banche d'affari, Barclays è stata accusata di speculare sul mercato delle materie prime alimentari, causando un rialzo artificiale nei prezzi del cibo e carestie nei paesi più poveri del mondo. 
L'accusa è arrivata proprio in questi giorni dalla Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo e il Commercio (UNCTD). Parallelamente 25 ONG e altri gruppi di pressione, in particolare il World Development Movement, hanno intensificato le loro campagne per chiedere una limitazione o il divieto della speculazione sulle materie prime alimentari. Sia le accuse dell'UNCTD che le campagne delle ONG vanno avanti da quando, all'incirca nel 2008, i prezzi delle cosiddette commodities alimentari sono cominciati a crescere. 
Negli ultimi mesi queste campagne hanno prodotto i primi risultati. Sette diverse banche, tra cui due delle più grandi banche del mondo (Deutsche Bank e Barclays), hanno annunciato che si ritireranno da quel mercato. Il problema è che, se è vero che negli ultimi anni il prezzo degli alimenti è cresciuto, tra gli economisti non c'è affatto accordo sul perché sia successo e quindi su come si possa invertire la tendenza. Dall'altra parte, vietare completamente gli investimenti sulle materie prime alimentari potrebbe avere l'effetto opposto rispetto a quello desiderato. 

Come si può vedere dal grafico sotto, i prezzi del cibo sono cresciuti molto negli ultimi anni. Dal 2006 ad oggi in termini reali – cioè a parità di potere d'acquisto – i prezzi sono aumentati del 50%, con picchi, nel 2008 e nel 2011, di quasi il 70%: questo ha causato proteste in molti paesi del mondo. I prezzi però non hanno mai raggiunto il livello toccato alla fine degli anni '70 e durante gli anni '80: a tutti gli effetti oggi mangiare è meno costoso di 40 anni fa. Secondo i dati della FAO, infatti, la malnutrizione è diminuita negli ultimi 40 anni. Se alla fine degli anni '60 le persone sottonutrite erano il 24% della popolazione mondiale, nel 2010-2012 sono scese al 12%. 


L'indice dei prezzi del cibo FAO dal 1990 ad oggi. In giallo i prezzi reali, in arancio i prezzi nominali.

Dal grafico si deduce anche un'altra cosa: a partire dal 2008, l'indice sembra essere salito sulle montagne russe. Nel 2008 salì molto rapidamente a un picco storico, per poi crollare quasi ai minimi degli ultimi vent'anni. Nel 2011 tornò di nuovo a salire, solo per ricominciare a discendere nei primi mesi del 2012 e quindi ricominciare la salita negli ultimi mesi. Questa variazione continua è per gli economisti una specie di mistero e in molti hanno provato a cercare una spiegazione. Secondo alcuni, come l'UNCTD e molte ONG, il principale se non l'unico responsabile è la "speculazione". Ma che cos'è la speculazione e perché dovrebbe causare un aumento dei prezzi? 

Sul sito del World Developmennt Movement c'è un'infografica che cerca di spiegare come le banche abbiano fatto aumentare i prezzi delle materie prime alimentari grazie alla speculazione. Alla base di tutto ci sarebbero i futures, un tipo di titolo derivato. I futures, spiega il WDM, molto tempo fa erano uno strumento utile per i contadini, poiché permettevano loro di stabilire oggi il prezzo a cui avrebbero venduto il loro raccolto domani, mettendosi così al sicuro dai rischi. Il sito spiega che però da allora il mercato è passato nelle mani degli "speculatori" e che questo è stato un male. 
Non viene detto molto altro per spiegare chi siano questi speculatori e come abbiano operato. A dare qualche dettaglio in più è stato Riccardo Moro, professore di politiche dello sviluppo all'Università degli Studi di Milano, durante una puntata della trasmissione di Radio24 Focus Economia. Il punto, secondo Moro, è che negli ultimi anni molti investitori hanno usato i contratti futures sui beni alimentari senza nessuna intenzione di scambiarsi realmente il prodotto sottostante. 
Facciamo un esempio: due investitori si accordano per acquistare l'uno dall'altro una tonnellata di frumento, tra un anno, a 100 euro. Un mese prima della scadenza stracciano il contratto e controllano a quanto sono arrivate le quotazione del frumento. Se è inferiore ai cento euro alla tonnellata, il "compratore" paga al venditore la differenza e viceversa. Se molti investitori sottoscrivessero questo tipo di contratti, senza nessuna intenzione di scambiarsi il prodotto sottostante, allora si creerebbe, secondo Moro, una domanda artificiale di prodotti alimentari che ne gonfierebbe i prezzi. 

La prima obiezione a Moro è che per fare scommesse sull'andamento del mercato delle materie prime alimentari non c'è bisogno di sottoscrivere contratti futures. Ci sono molti altri strumenti che permettono di scommettere sull'andamento di un indice, senza bisogno di fingere di voler vendere o acquistare un prodotto: anche queste scommesse, però, potrebbero influenzare il mercato. Il metodo principale per fare speculazione sul cibo è comprarne grandi quantità quando costa poco e conservarlo fino a quando i prezzi non si alzano. 
Secondo Paul Krugman – economista e premio Nobel, spesso molto critico nei confronti delle banche – la speculazione non ha quasi nulla a che fare con il rialzo dei prezzi, soprattutto perché non c'è traccia di un aumento delle scorte alimentari in giro per il mondo. Più o meno d'accordo con Krugman sono stati molti altri economisti, come ad esempio Tyler Cowen. Secondo questi economisti, dal 2008 ad oggi sono accadute molte altre cose che potrebbero aver influenzato i prezzi. 
Su queste altre cause il Fondo Monetario Internazionale ha fatto in proposito un breve riassunto. La più importante è anche un fatto di portata storica: l'uscita dalla povertà di centinaia di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo. La crescita economica di Cina, India, Brasile e molti altri paesi ha avuto l'effetto immediato di rendere disponibile un reddito maggiore per gli abitanti di quei paesi. Si tratta di persone che spesso sono uscite da una situazione di malnutrizione, quindi una parte del nuovo reddito che hanno ottenuto è stato speso in alimenti. L'ingresso sul mercato di questi milioni di persone ha fatto lievitare la domanda e, di conseguenza, sono aumentati i prezzi. 
Questo spiega perché i prezzi sono aumentati, ma non perché sembrano essere saliti sull'ottovolante. In questo grafico, basato su dati del FMI, si può vedere come ci sia una fortissima correlazione tra i prezzi del cibo e quelli del petrolio: quando sale uno, sale di conseguenza anche l'altro. Una delle cause di questo fenomeno, secondo l'FMI, sono i biocarburanti. Si tratta di carburanti ottenuti dal grano, dallo zucchero e dal mais. Possono essere utilizzati per vari scopi e, se miscelati con carburanti fossili, anche come propellente per le automobili. 
Non si tratta di carburanti molto efficienti, ma diventano più convenienti ogni volta che il petrolio aumenta di prezzo. In coincidenza con i picchi del petrolio, quindi, aumenta la domanda per trasformare zucchero e cereali in biocarburante, oppure per sacrificare colture alimentari e sostituirle con colture per ottenere biocarburanti. I picchi del petrolio possono spiegare in parte gli improvvisi picchi e le improvvise discese dei prezzi alimentari. 
L'FMI poi spiega che anche la meteorologia è un fattore da non sottovalutare. Per quanto la tecnologia abbia limitato l'importanza delle piogge nell'agricoltura, annate di siccità straordinaria possono ancora influenzare la produzione agricola e quindi i prezzi. Gli ultimi anni, in particolare il 2012 e il 2008, sono stati anni di siccità devastanti per i principali produttori di cereali come gli Stati Uniti. 

La finanza però ha comunque qualcosa a che fare con questo aumento, anche se gli "speculatori" c'entrano poco. Il periodo di prezzi in ascesa è coinciso, tra le altre cose, con la reazione delle banche centrali alla crisi finanziaria. Questa reazione è stata sopratutto un abbassamento del costo del denaro, cioè un abbassamento dei tassi di interesse praticati dalle banche centrali. Questo fatto ha causato almeno due effetti. 
Il primo è stato un calo nel valore del dollaro rispetto alle monete dei paesi emergenti che ha significato per questi ultimi un incremento di potere d'acquisto, visto che le materie prime si comprano in dollari. Ad esempio, usando numeri di fantasia: se prima con una rupia si poteva comprare un etto di grano, dopo che il dollaro è sceso di valore, con quella rupia si può comprare un etto e mezzo di grano. Questo ha accentuato quanto abbiamo scritto sopra: un aumento dei prezzi dovuto a un aumento di domanda da parte dei paesi emergenti. 
Non solo: tassi di interesse bassi significa anche rendimenti bassi per le banche in tutti i mercati tradizionali (avevamo spiegato cos'è questo fenomeno, in modo semplice, qui). Le banche hanno bisogno di guadagnare per poter erogare mutui, prestiti e fare utili da distribuire ai loro azionisti. Se i mercati tradizionali rendono poco, allora le banche si spostano su nuovi mercati, come ad esempio quello delle materie prime alimentari. 

La speculazione è un male per i mercati alimentari?
Il dibattito sulle cause degli aumenti dei prezzi è vasto, le ipotesi come abbiamo visto sono molte e non c'è una risposta definitiva. Detto questo si potrebbe pensare che, anche se il contributo della speculazione fosse minimo, sarebbe comunque una buona cosa eliminarlo del tutto. Sarebbe comunque un guadagno, anche piccolo, per milioni di persone malnutrite. Il problema è che,secondo alcuni, il ruolo della speculazione, o meglio del fatto che in un mercato siano presenti molti operatori, come ad esempio le grandi banche d'affari, è un fattore di stabilizzazione dei prezzi e non viceversa. 
Per spiegare come sia possibile bisogna provare a immaginare un mercato molto piccolo, dove ci sono pochi venditori e pochi compratori. In un mercato simile, anche il più piccolo cambiamento ha effetti immediati e cospicui sulle variazioni di prezzo, proprio perché ci sono pochi venditori e pochi acquirenti. Un mercato simile in linguaggio tecnico si definisce "volatile" e un esempio pratico di mercato volatile è quello delle arance. 
La presenza di "speculatori" su un mercato può essere in grado di assorbire proprio la volatilità. Un mercato dove sono presenti molti operatori interessati a guadagnare è un mercato molto liquido, dove cioè circolano molti soldi, quindi eventuali scosse, come carestie o picchi nel prezzo del petrolio nel nostro caso, possono essere assorbiti più facilmente. Il rischio di vietare completamente i futures sul cibo o spingere le grandi banche a smettere di occuparsene, è proprio quello di rendere quei mercati illiquidi e quindi molto più sottoposti a fluttuazioni improvvise. 

Fonte: Il Post
http://www.ilpost.it/2012/12/01/la-speculazione-e-laumento-dei-prezzi-del-cibo/



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